sabato, maggio 23, 2009

bolletTHAI
n. 8 (38)
di come si resiste al capodanno thai e alle rivolte delle red shirts, alle prestazioni culinarie di ayutthaya e alle passeggiate culturali a prova di... duodeno


SONGKRAN: IL DIAVOLO E L'ACQUA...FREDDA!


Per cercare di smorzare i ritmi frenetici della spedizione asiatica e goderci il capodanno Thai in tutta la sua stravaganza, decidiamo di invertire la rotta e di tornare in aereo a Bangkok via Phnom Phenn. Sorpresa delle sorprese ci ricongiungiamo sia con la nostra Emma e la sua nuova amica Beata, sia con Giorgia ed Anna (foto) le due matte di Parma.

Da qui comincia l’avventura del Songkran...
Per chi non e’ avvezzo alle tradizioni ed ai costumi tailandesi, la descrizione di cio’ che accade per i 3 giorni del capodanno potrebbe sembrare quasi accettabile. Si deve pero’ tenere presente che i compitissimi e quasi asettici tailandesi durante il Songkran si trasformano in dei giocosi bambinoni il cui unico scopo e’ quello di trasfomare a colpi di secchiate (per lo piu' gelate) e gavettoni, le vie di ogni centro abitato in un enorme campo di battaglia. Coincidendo infatti con il periodo piu’ caldo dell’anno, quest’antica usanza prevede di bagnare il Buddha con dell’acqua per pulirlo e rifocillarlo. Nel corso dei secoli pero’ i thai hanno pensato bene di estendere la tradizione a tutti coloro che gli capitano a tiro versandosi a vicenda acqua o cospargendo gli altrui visi con polvere di riso, talco o tapioca.

L’atmosfera e’ vibrante ed avvisati da Emma su quello che di solito accade per le strade, decidiamo di armarci di fucili ad acqua a corto e medio raggio. Paradossalmente questi di meta' aprile sono anche i tre giorni piu' infuocati degli ultimi mesi, qui a Bangkok, a causa degli scontri tra forze governative e i sostenitori dell'ex premier tailandese Taksin: uno che e' stato mandato via a calci nel culo perche' possedeva troppe televisioni ed era stato accusato di corruzione!!!!!!

Questo in Tailandia! e nel Bel Paese?
Riusciamo ad alternare la curiosita' per l'evento mondano con i fatti che stanno allarmando il mondo a causa dello stato di emergenza annunciato dall'attuale premier e facciamo una sorta di spola da una zona all'altra della capithai.

I casini sono circoscritti solo in un'area della citta', quella dei ministeri e del Parlamento mentre la guerra coi fucili ad acqua imperversa nella stimolante Kao San Road. Immaginatevi una via stracolma di gente impazzita che spara acqua, ride e gioca e a pochi km di distanza un incrocio presidiato da queste "magliette rosse", che non hanno niente a che vedere col rosso del sol dell'avvenire, e le forze dell'ordine che la sera prima hanno sparato ad altezza uomo!

PACATE CAPITALI

Esauriti gli entusiasmi per il Songkran e smorzate le tensioni tra chi vuole difendere quel puttaniere di Taksin e chi ha leggittimato un governo senza il voto del popolo, decidiamo di lasciare ancora una volta Bangkok per andare alla scoperta della vecchia capitale del Regno siamese: Ayutthaya.
Il viaggio in treno dura poche ore ma, state tranquilli, se avrete la nostra stessa fortuna, il controllore vi annuncera' la fermata... con un sonoro e corposo rutto!
Benvenuti ad ARRUTTHAYA
Si resta attoniti e allo stesso tempo complici con questo nobile dipendente delle reali ferrovie tailandesi.

Gli splendidi resti archeologici lasciati dall'Impero Khmer, si trovano in un giardino tenuto benissimo proprio al centro della citta' che e' in realta' un'isola in mezzo al grande fiume Chao Praya.

WOK THIS WAY

Presso la Guest House dove abbiamo alloggiato ci siamo anche esibiti in cucina e abbiamo offerto la cena allo staff. Spaghetti funghi e bacon per tutti! Per sdebitarsi, i nostri simpatici e nuovi amici, ci hanno fatto pagare anche l'acqua usata per bollire la pasta!!! Raramente s'incontrano tailandesi cosi viscidi. Uno di loro portava anche la maglietta della nazionale francese!

Si riparte tosto ancora verso nord. Sukhothai: L'alba della felicita'.

Prima capitale del Regno del Siam, dopo il crollo dell'Impero Khmer che la fondo' nel tredicesimo secolo. La citta' vecchia si trova ad una decina di km da quello che oggi e' il centro di una spoglia ed insignificante cittadina. Ci si perde ancora tra gli immensi Buddha e le torri che popolano quest'immensa area dichiarata Patrimonio dell'Umanita' nel 1991 dall'UNESCO (chi altri se no?). Concludiamo questa immersione culturale con un'altra escursione, stavolta in motoretta, a Si Sachanalai e anche qui ci siamo persi tra i dettagli intatti di un giardino sacro, custode di una cultura che fu.
per la pianta di sukhothai: http://en.wikipedia.org/wiki/File:Histparksukhothai.png

MUAY THAI

Esausti ma non domi, per diana, si rientra a Bangkok per rifare il tagliando a duodeni e melanine e prima di preparare il viaggio che ci portera' nella Republica Popolare Democratica del Laos facciamo una capatina al Lumpini Stadium per assistire a qualche incontro di Thai Boxe.
A noi, in quanto stranieri-farang-e-quindi-mollacchioni, c'hanno venduto a caro prezzo due posti sottoring, ma il vero spettacolo, oh miei avidi e muscolosi lettori, era sugli spalti. Da li' si scommette, si bestemmia, si grida, si gesticola e ci s'incazza. Ogni tanto l'allibratore si avvicina ad uno dei pugili e gli sussurra (o gli minaccia) qualcosa. Alla fine dell'incontro i vincitori delle scommesse fanno una colletta e regalano una parte delle vincite al valente boxeur che li ha fatti vincere. E' uno sport diffusissimo, sponsorizzato e duro, ma chi lo pratica, anche ad alti livelli, guadagna una miseria. E cosi sia!

buon inizio di mellennio a tutti... soprattutto al mio amico Fede che per cause di forza maggiore (e duodenali) e' tornato anzitempo a casa, in Irlanda.
Eccolo mentre a Sukhothai si esibisce in uno strabiliante esercizio blasfemo-enigmistico ai danni dell'Albergo Orchidea e del diretto interessato.
La foto sottostante e' dedicata alla sua amata moto.


tutte le foto le trovate su:
http://www.facebook.com/album.php?aid=95708&id=646781540&l=39a18d336d

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