giovedì, aprile 30, 2009


cambolletthai

n. 7 (37)

di come si sopravvive agli ostili sellini delle bici di Kratie in un assolato pomeriggio sul Mekong a caccia di delfini d'acqua dolce

Sono le dieci di mattina e il caldo e’ gia’ soffocante a Kratie.

In sella! Si parte! Il quartetto che forma il triango
lo Parma-Bruxelles-Dublino e’ in movimento.

“Where you go?” Ci chiede, a mo’ di cantilena ogni cambogiano, dopo il canonico “Hello-What’s your name?”. In realta’ puntiamo verso nord (N.d.Cla: come direbbe una giovane marmotta): Sambour, localita’ rurale sul Mekong da dove dovrebbero scorgersi i famosi delfini d’acqua dolce ma quel che piu’ c’interessa e’ costeggiare il fiume e goderci la semplicita’ della vita di campagna.

Per fortuna che a ripararci dai violenti raggi del sole ci pensano due file di maestosi e splendidi alberi che formano una specie di tetto sul rovente asfalto. Federigo ed io non possiamo che apprezzarne il nome e sentirci bene sotto quelle foglie.

Ci fermiamo spesso per rifocillarci con un succo di canna (da zucchero!) o per curiosare in una Pagoda. In una di queste veniamo presi in simpatia da un gentilissimo bonzo: il suo nome risponde piu’ o meno a PIZZAHAT e il suo inglese era pieno di buona volonta’. Ci offre del cibo caldo e dell’acqua… anch’essa calda! Proviamo a comunicare ed a spiegare le ragioni che ci hanno spinto fin li, dando cosi modo anche a noi stessi di capirlo. C’e’ anche un anziano signore che sfoggia un limitato ma decorso francese, rimasuglio del protettorato dei galli, durante gli anni’50.

Il simpatico bonzo ci fa fare un giro del complesso monasteriale, sede della scuola elementare locale e delle abitazioni dei monaci. Qui si presenta un simpatico ragazzotto di nome Bona che, fino a qualche anno prima, solcava quei banchetti. Ora Bona va a scuola a Kratie e sfoggia un inglese da far invidia ai suoi coetanei. “I miei amici si vergognano di parlare inglese quando incontrano stranieri”, invece Bona si lancia in spiegazioni ed aneddoti da far invidia ad una guida professionista. Ci svela anche che il suo sogno e’ diventare un bravo medico e che durante le vacanze che precedono il capodanno Khmer si improvvisa guida turistica con tanto di motorino. Ci invita infine a casa sua, dove avra’ modo di dimostrare ai suoi genitori quanti progressi ha fatto con l’inglese. Accettiamo volentieri e gli promettiamo di farlo al ritorno dalla nostra escursione.

Al nostro passaggio c’e’ sempre la squillante voce di un bimbo che saluta ridendo: “hallo-what’s your name-where you go?” Con altrettanta gioia rispondiamo a tutti regalando smorfie e sorrisi a nostra volta.

Le palafitte danno quasi tutte sulla strada e la quiete viene spesso spezzata da un uso spropositato del claxon e dall'entusiasmo da formula 1 che si impossessa del cambogiano al volante. Credo che tutto cio' sia dovuto ai tardivi lavori che hanno portato le strade asfaltate quasi ovunque ed alla mancanza del codice della strada (vedi video-bollettao su: http://www.youtube.com/watch?v=XMfFpsTFdRE ).



A questo punto il lettore attento si stara’ chiedendo dove sono i delfini cosi’ avidamente agognati. Ma prima di arrivare a questo delicato punto della giornata, si improvvisa, con le nostre compagne di viaggio, un consulto su altre parti altrettanto delicate e non poco martoriate sia dalle condizioni delle strade sia da dei sellini impietosi. Progettati infatti da un discepolo del Marchese De Sade, questi moderni strumenti di tortura si dimostrano alquanto efficaci nel ridurre le nostre resistenze anali ai minimi termini.

Sopportiamo il dolore issandoci sulle bici come ci ha insegnato Pantani in volata. Superiamo il punto di avvistamento dei delfini, convinti di trovarne un altro ed incoraggiati dai prezzi in stile strozzinaggio ma ci imbattiamo in uno strano, quanto piacevole stabilimento balneare sul Mekong.

Qui abbiamo modo di riposarci e di dondolarci su un’amaca. Mentre osserviamo i bagnanti che, vestiti di tutto punto come si confa’ al galateo locale, si fanno il bagno nelle fresche acque del fiume, pensiamo bene di mettere i piedi a mollo e godere del massaggio naturale della corrente. Pessima idea! In agguato c’e’ lui! Il pisciatore della domenica!


Nascosto tra le frasche, lontano dai punti di ristoro e relax, ma non da noi, c’e’ un signore che, accortosi del nostro sconcerto, sghignazza sornione mentre scarica gli eccessi di birra assunta in precedenza. Noi facciamo in tempo solo a mandargli una raffica di maledizioni prima di ritrarre i piedi che rischiavano di essere vittime di un inaspettato surriscaldamento delle acque.


Siamo ai bagni di Krapi ed i delfini non hanno intenzione di farsi vedere, probabilmente anche loro sgomenti per il progressivo innalzamento della percentuale di urina nell’acqua.

Immense nubi cominciano a coprire il cielo, in lontananza si scorgono lampi che illuminano l’imbrunire, temporali ed arcobaleni. Tutti segnali che inducono i vostri beniamini a filarsela prima di rimanere bloccati in bici sotto un temporale tropicale! Il tempo sembra tenere ma quando passiamo nei pressi del villaggio di Bona, dobbiamo declinare l’invito e tirare dritto fino alla guest-house.

Un pomeriggio indimeticabile malgrado l’esodo dei delfini, allietato da due splendide compagne di viaggio che ci lasceranno la mattina successiva per proseguire sul loro itinerario.

Per la cronaca, l’invito verra’ onorato l’indomani e Bona dimostrera’ davanti a tutta le sua famiglia le sue doti di ottimo comunicatore anglofono. Auguri a lui ed ai suoi sogni.

La luce di Kratie mi e’ entrata nel cuore.

Il sellino della bici, invece….

Buon inizio di mellennio

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