venerdì, aprile 24, 2009

cambolletthai
n. 6 (36)
parte II
Di come si sopravvive al caldo di Phnom Penh ai faccendieri di Sihanouk Ville, ai temporali di Kampung Cham e alle vecchiette di Kratie

“Riso, risaia, come me vie’ da ride”

Seconda parte

Ride bene... chi ride
La Cambogia, come ho gia' accennato, e’ conosciuta anche come il paese del sorriso, anche se la genuinita’ non la s’incontra facilmente se si frequentano solo persone che guadagnano soldi se sorridono (sto parlando di albergatori e commercianti !!!). Per scrollarsi di dosso, disperazione e falsita’, dobbiamo allontanarci dai fasti nefasti di Sihanoukville e della capitale. Decidiamo di risalire il grande fiume Mekong per scoprire la profonda Cambogia rurale ma i nostri sogni s’infrangono, ancora contro sviluppo e... dry season!

N’e’ passata d’acqua sotto i ponti…

Da quando hanno asfaltato le strade il servizio fluviale e’ stato soppresso. Non ci sono piu’ battelli per arrivare nella remota provincia di Kratie, nostra agognata destrinazione, risalendo il fiume da Phnom Penh. La prima tappa e’ Kampung Cham. Ci arriviamo con un autobus, nostro malgrado. Da li’, ci aveva garantito un funzionario portuale di Phnom Penh, avremmo dovuto trovare comunque un battello per Kratie. Nel chiedere informazioni in giro raccogliamo solo fragorose risate e inequivocabili "no!" Si possono noleggiare solo barche in forma privata e a costi assurdi, ma non certo durante questa stagione, visto che alcuni tratti del Mekong non sono navigabili perche’ il livello dell’acqua e’ troppo basso.
Le alternative hanno due ruote: la moto, oltre ai prezzi alti per noleggiarla per una settimana, avrebbe bisogno di piu’ esperienza da parte del sottoscritto per affrontare terreni dissestati e poi non abbondiamo in fiducia nei confronti di chi noleggia (o vedi anche totale mancanza di noleggiatori. Altra chance: la bicicletta per coprire 115 km in due/tre giorni.
Ce la possiamo fare, ma a spazzar via l’ultimo romantico modo per risalire le rive del Mekong ci pensa un temporale che ci ha tenuti svegli quasi tutta la notte, essendoci noi sistemati in una stanza su di una terrazza col tetto in lamiera!!!


Con la coda fra le gambe... e la vecchia sulle ginocchia

La mattina ci rechiamo tristemente alla fermata del bus per Kratie, che altro non e’ che il ciglio della strada dove da dietro ad un tavolinetto di legno siede una signora con una lista di posti liberi e un telefono cellulare. Il percorso del bus non e’ quello che avremmo voluto fare noi. I kilometri sono il doppio e le tappe infami.


Qui inizia un calvario piu’ duro di quello che ci porto’ a Poipet in Pick-up (vedi cambolletthai n.4). L’unica fortuna e’ che lo dividiamo con due nuove amiche conosciute a Kampung Cham: Giorgia e Anna da Parma, che in vacanza cercano l’avventura cambogiana. Ottime compagne di merende.
Il pullman arriva a Kampung Cham con piu’ di due ore di ritardo e prima di ripartire si perde ancora un po’ di tempo, tanto per gradire. Il vano bagagli e’ stracolmo di pacchi. I posti assegnati sul mezzo, secondo il biglietto, sono solo un’illusione. Ci si sistema alla meno peggio nell’ultima fila, da bravi gitanti delle medie, con i nostri zainoni e le nostre madonne. Nel corridoio del pullman regnano altri pacchi, pile di sedie in plastica e un gran bel materasso matrimoniale rosso! La liberazione sperata, legata alla partenza, dopo le lunghe attese non sembra materiallizzarsi; Il pullman si fermera’ decine di volte in pochi chilometri per far salire altra gente e altri pacchi. E chi se fotte se non c’e’ posto!

Federigo si ritrova in posizione meditativa con le gambe incorciate ed una vecchietta che gli si siede praticamente in braccio e lo deliziera’ durante il viaggio con gli odori dei suoi snack al gusto di pesce essiccato. Nauseabondo! Giorgia, estremamente sensibile agli odori forti, si gioca la carta dentifricio sotto le narici, in uno stile macabro da obitorio. Fede, che non ama particolarmente il cibo ittico, ne segue l’esempio e la tensione, la fatica e la scomodita’ sfociano in sonore risate.




L’aria condizionata fa troppa fatica a rendere l’aria respirabile e l’ultimo tratto prima di arrivare a Kratie e’ terra rossa che entra inesorabilmente dai bocchettoni dell’aria. L’attesa del bus a Kampung Cham, gia’ snervante, inizia alle 8 di mattina e l’arrivo a Kratie, 215 km piu’ in la’, avviene solo alle 4 di un assolatissimo pomeriggio!!!
La foto, l'ho scattata dal finestrino del bus, rigorosamente aperto, per evitare che il polverone che penetrava dai bocchettoni ci soffocasse

Bona (che impalla il padre) e la sua famiglia


The balcony e’ una deliziosa guest house che ha appena aperto i battenti (inaugurata solo due giorni prima del nostro arrivo), gestita da un alcolizzato quanto attempato australiano dal fare al quanto gaio, dal suo figlioccio cambogiano e da un modesto quanto genuino staff di ragazzi del posto. Appena arrivati ci rilassiamo nella graziosa terrazza con vista Mekong. Una birra tira l’altra e ci guadagnamo una meritatissima tronca post-via crucis davanti ad un nuvoloso e spalmato tramonto sul Mekong! L’australiano, col passar dei giorni diventa quasi fastidioso col suo “can I get you a drink ?”, ogni qual volta ci incontra ma Kratie ci cattura sempre piu’ per bellezza e semplicita’. L’indomani noleggiamo 4 biciclette e decidiamo di risalire finalmente questo cazzo di Mekong fino al punto dove dovremmo scorgere i delfini d’acqua dolce.

(a suivre...)


buon inizio di mellEnnio

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