giovedì, maggio 28, 2009

bolletLaos
n. 9 (39)
Dell'arrivo in Laos, di come ci si perde nella piccola Vientiane e dello shock di Vang Vieng

Ci siamo lasciati alle spalle una Bangkok rovente; il sudore mi copriva la vista ma sono riuscito comunque a scorgere la temperatura che il termometro di una farmacia segnava, ebbene, miei adoratissimi: 42 gradi centigradi.
Naturalmente non tirava un alito di vento e il livello di umidita’ era scandaloso. Ma noi ci siamo recati tosto in stazione dove l’aria condizionata e’ sinonimo di vita e abbiamo aspettato il nostro bel trenino.
Cuccetta in seconda con super ventilatore rotante e si parte, c’e’ solo una nottata in treno che ci separa dal confine con il Laos.

La Repubblica Democratica Popolare del Laos e’ un’altra di quelle tappe che destavano non poca curiosita’ al vostro beniamino. Anche perche’ se me ne aveste chiesta l’ubicazione solo un anno fa, il vostro eruditissimo vi avrebbe risposto con un imbarazzante silenzio! Eccolo li!

Qui si consuma la nostra prima esperienza da Couch-surfers (http://www.couchsurfing.org/). Siamo ospiti di un’altra novella couch surfer: Anna, che dall’ostile Albyone si e’ trasferita a Vientiane 6 anni orsono. Vive poco fuori citta' con due splendide fanciulle Noi e Noi di 10 e 17 anni, praticamente adottate e un paio di pigrissimi cani. Insegna inglese in una prestigiosa scuola privata e parla il lao come se fosse la sua lingua madre.

A rendere Vientiane una citta’ speciale ci pensa senza dubbio la presenza del Grande Mekong e il passaggio dei francesi, durante il cosidetto “protettorato”, che vi hanno lasciato tracce coloniali tra gli edifici del centro ma c’e’ qualcosa di piu’ che si muove in questa citta’. La crescente presenza di expats (ma una volta non si chiamavano emigranti?) da’ un tocco d’internazionalita’ a questa piccola capitale.
Grazie alla nostra Anna, Ventiane per noi non e’ solo il centro, con le sue boutiques e i ristoranti, i mercati e i tuk-tukkari che ti vogliono apioppar dell’oppio. Ce ne accorgiamo una sera quando, dovendo rientrare a casa, ci siam resi conto di non avere con noi la mappa (con annesse indicazioni in lao per il tuk-tukkaro) e di non aver ancora memorizzato la via di casa. Siamo saliti comunque su un tuk-tuk e ci siamo fatti trasportare dall’istinto. E’ d’uopo una precisazione: io e Fede ci compensiamo con le due piu’ importanti qualita’ obbligatorie per chi viaggia da queste parti. L’orientamento e l’arte del negoziare i prezzi. Io non sono certo una bussola e Fede nno e’ nato a Napoli. Mentre il sottoscritto non perdeva colpi nell’abbassar il prezzo della corsa col tuk-tuk, Fede si dannava l’anima (e probabilmente anche quel che gli restava del duodeno) perche’ la bussola che e’ in lui stava facendo per la prima volta inesorabilmente cilecca. Dopo esserci fatti lasciare tra lavori in corso, fango e buoio dell’interland vientianino, ecco un colpo d’istinto che ci ha riportati sani e salvi a casa, dopo una piccola camminata. Insomma non eravamo poi cosi lontani ma mai come in quella occasione ho visto il Minelli cosi deluso e amareggiato.
Esclusivo per i lettori del bolletLaoS
Video della disperazione!
IMPERDIBILE!!!


Ci si teneva particolarmente ad arrivar in tempo a casa perche’ era in programma un’altra esibizione culinaria da parte dei vostri “marchipoli de noartri”, ma stavolta il palcoscenico non era piu’ una fredda (e pulciara) Guest House bensi’ la cucina della nostra Anna che aveva deliziosamente provveduto a non farci mancare del discreto vino rosso e aveva anche apparecchiato nel suo cortile come se fosse un vero ristorante: luci basse, ventilatori puntati verso le sedie e calici pieni.
L’amatriciana ha avuto notevole successo e noi abbiamo festeggiato con un altro brindisi.

Calce e Martello
Una capatina al Museo Nazionale per conoscere la storia del paese dalla preistoria fino ai giorni nostri e' d'obbligo. Laaaargo spazio e' stato dedicato alla rivoluzione che dal 75 ha reso il Laos una Repubblica Popolare. Autocelebrazione che supera i limiti della decenza ma i toni di disprezzo verso gli invasori francesi prima e gli americani poi non hanno prezzo. Verrebbe da aggiungere "per tutto il resto c'e' MASTERCARD" visto che qui il comunismo e' molto light e commercio e turismo non conosco limiti. Di fatto i capitali cinesi e nordcoreani hanno trovato ancora una volta terreno piu' che fertile.

Un pomeriggio intero e' stato dedicato al Budda Park, poco fuori citta' (vedi videobollettao: http://www.youtube.com/watch?v=wOCLt1SUq6I ).
Un bel giardino ricco di statue del veneratissimo, compresa quella da sdraiato che la mia Claudia ha irrispettosamente ribattezzato Lupin. Noterete dalla foto che anche Federigo, in quanto a mancanza di rispetto, non e' da meno!
Si avvicinava il primo maggio ma invece delle parate in stile sovietico che tanto mi aspettavo, abbiamo scoperto che in Laos, come da noi, si va a fare la scampagnata!

Friends of Vang Vieng
Anna ci ha invitati ad andare con lei e le bimbe a Vang Vien, regno di affascinati grotte, montagne e falesie ma anche di un crescente turismo, piuttosto fastidioso, se mi consentite, fatto di giovinastri, per lo piu’ britannici che hanno un’unica attivita’: lanciarsi con grandi gommoni a favor di corrente, nel fiume che scorre affianco a questa piccola citta’. Le tappe, lungo il fiume sono i bar che servono birra fresca e qualcosa in piu. Attivita’, questa,soprannominata TUBING.
Cosa c’e’ di male? Vi starete tuttincoro chiedendo, additando quest’umile osservatore e tacciandomi di bigotto, invidioso e finto moralista.
Niente! Direi, se questo non provocasse una miriade di ubriaconcelli che se vanno in giro per il centro mezzignudi (quando tutti sanno quanto siano pudici in questa regione), facendo uso smisurato di alcool e droghe (tra cui l’oppio) e stravolgendo la natura bucolica del posto. Vang Vieng, per chi ha avuto la fortuna di conoscerla anni addietro, come il mio nuovo amico Luca da Vigevano (in Laos nel ’98!!!), ospitava, a suo dire, un paio di pensioncine alla buona nella via centrale. Ora questa e’ formata solo da Guest House, ristorantini, internet point e agenzie di viaggio. I vang-viengini stanno conoscendo un crescente benessere, questo e’ vero, ma a discapito della dignita’.

Le nuove pensioni, poi, ad una certa ora trasmettono la trasmissione favorita di questa gentuncola: FRIENDS!!! E tutti li, in queste immense sale all’aperto, sdraiati, dopo l’ennesimo tubing (c’e’ gente che fa questo tutti i giorni, da mesi!!!) imbabolati davanti alla TV, come se fossero a casa loro. Cosa penseranno gli abitanti di Vang Vieng? Non lo so, spero solo che non pensino che in Europa siamo tutti cosi esauriti da rovinarci il cervello in branco, mentre tuttintorno si consumano scenari magnifici e tanta gente semplice che non aspetta altro che un cenno per scambiare due parole.
In questo luogo si consuma un ben piu’ triste avvenimento: la separazione tra l’acciaccato Minello e il sottoscritto. Una separazione breve ma non indolore (soprattutto per lui), costretto a fare retromarcia e consultare un altro medico. Torna quindi a Vientiane con Anna, il vecchio Fede, mentre, mio malgrado, continuo il mio viaggio verso Luanghprabang

A suivre...
Buon inizio di Minellennio

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